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.Bene, sei una bugiarda!& Pardi si avanzò due passi,curvo, coll occhio gonfio. Secco, perché?.ti giuro&. Non giurare!.Un uomo era con te. Non è vero! L ho visto io a Porta Genova.Tu hai passata la nottecon lui&. No, no, Secco& Gesù e Maria! Cherubina! Grida, chiama i vivi e i morti.È finita: pagherai in unasola volta il conto delle tue sporche bugie. Pardi, Par-di& , perdonami per questa volta.Ti dirò tutto& No,no& , ti hanno ingannato&.Palmira, quando ebbe ca-pito che quell uomo forte e inferocito non credeva piùalle sue parole, s era messa in difesa, girando sempre in-torno al tavolo facendo della lucerna una specie di scu-do.Essa mirava a scivolargli e chiudersi con chiave nellacamera da letto, prima ch egli potesse inseguirla: di làavrebbe gridato al soccorso, avrebbe chiamato la gente ele guardie, di cui il buon Pardi aveva una grande sogge-zione.Se riusciva a porre tra lei e suo marito un uscio equalche minuto di tempo era salva, perché le furie deltoro non duravano di più.Ma questa volta il giuoco nonriuscì.Pardi ricevette in viso il colpo secco delle portine,ma lo strascico delle vesti impedì che i battenti si richiu-dessero.Pardi le sfondò.Nell urto violento caddero ivetri con gran fracasso.Palmira capì che voleva ammaz-zarla: lo capì dagli occhi spiritati e rigati di sangue.Pardi, Pardi& che cosa fai? per la tua mamma&.Par-di, fuori di sé, andava dietro come un pazzo frenetico aquella figura bianca che scivolavagli davanti.Coi capellisciolti, cogli occhi spaventati, pallida come una morta,Palmira guardò se era il caso di affrontare il nemico, diavviticchiarsi al suo collo, d avvilirlo, come le altre volte,colle strette, coi baci, colle lagrime.Era tardi: non avevapiù davanti un uomo. Pardi, tu vuoi ammazzarmiLetteratura italiana Einaudi 322Giovanni Della Casa Il Galateo overo De costumicontinuò a strillare. Ohimé l anima mia! Aiuto& Gen-te! ah brutto assassino! Prese una seggioletta di pagliach era lì e la gettò nelle gambe del suo assalitore.Pardiscavalcò l ostacolo e ridusse la donna tra il letto e il mu-ro.Palmira non ebbe più né uscita né scampo.Afferròper ultima difesa un cuscino del letto e con questo af-frontò il nemico, urlando parole dilaniate; ma il suo giu-dice era troppo forte, e aizzato da troppi demoni perascoltare una confessione.Soffocò le strida, buttando ladonna bocconi sul letto, premendola alla nuca colle ditae colle unghie dentro la bella massa di capelli neri, comefarebbe un leopardo pien di fame sopra un agnello, ecolla destra che trasse di tasca cominciò a menar colpisu quel gracile corpo, al fianco, alla testa, cieco, col san-gue negli occhi, finché quel povero corpo si sfasciò qua-si sotto la sua mano, scivolò dalla sponda e con un tonfodi roba morta andò a piombare nell angolo della stretta.A quel tonfo Pardi si risvegliò come da una ossessione.Aprì gli occhi alla vista esteriore, si vide la mano e ilbraccio chiazzati di sangue, buttò via l arnesaccio cheaveva in pugno e, rantolando nell affanno della respira-zione, fuggì, passando per la scala buia, attraverso l in-tricato labirinto della fabbrica, precipitò per l angustascaluccia nel sotterraneo della macchina, urtando duevolte la testa nei travi di ferro, e senza cappello, colla te-sta ferita e sanguinolenta, col pugno stretto come sebrandisse sempre lo strumento del delitto, mormorandomeccanicamente la profezia della mamma, andò a con-segnarsi alle guardie di via Lanzone.Chiamato in frettail signor delegato Broglio, che, come al solito, faceva lapartita ai Tre Scanni, Pardi, in uno stato da far pietà aisassi, gli disse singhiozzando: Mi mandi al Cellulare,ho ammazzato mia moglie.Letteratura italiana Einaudi 323Giovanni Della Casa Il Galateo overo De costumiIIILetteratura italiana Einaudi 324Giovanni Della Casa Il Galateo overo De costumiLa notizia dell atroce fatto del Ponte dei Fabbri corsela città quel giorno stesso che Demetrio Pianelli prepa-ravasi a partire per la sua nuova residenza; ma non ar-rivò fino al di sopra dei tetti.Quel dì Demetrio ebbemolto da fare.Aggiustò i conti col padrone di casa, alquale lasciò il letto e il cassettone in pagamento: a Gio-vann dell Orghen regalò le gabbie e qualche vecchiopaio di scarpe: il resto diede a uno stracciaiuolo.Per sériempì una cassetta e una valigia.La giornata passò co-me un sogno in queste molteplici occupazioni e vennel ora del pranzo, che non aveva ancora inghiottito unagoccia d acqua.Mandò Giovann dell Orghen a compe-rare del pane, del salame cotto e un fiaschetto di vino, esedettero tutti e tre il terzo era Giovedì, l uno sullacassa, l altro sulla valigia, il cane in terra nel mezzo dellastanza spoglia, a celebrare l ultima cena.La compagnianon guastava la malinconia de suoi pensieri, perché ilsordo non l obbligava a parlare e il cane non l obbligavaa stare attento.Si trovava così solo senz essere isolato
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